Quando qualcuno parla di metabolismo, cosa viene in mente?
Non è forse vero che il “metabolismo veloce” lo si associa alla perdita di peso ed il “metabolismo lento” lo si associa al suo aumento (in termini di grasso chiaramente)?
In primis non esiste un metabolismo veloce e non esiste un metabolismo lento.
Il metabolismo è una complessa serie di tappe e semplificarlo in veloce o in lento è sbagliato.
Intanto però, chi dice per esempio che il metabolismo ha qualcosa a che fare con il loro stato di forma fisica, dicono bene, ma diamo una definizione alla parola metabolismo.
Il metabolismo è una cosa estremamente complessa, che cercherò di semplificare all’estremo.
Metabolismo può essere definito come la somma dei processi bioenergetici che avvengono nel nostro organismo, che garantiscono, nella loro forma, la vita.
È un processo che si compone di due parti fondamentalmente:
– Costruzione, anabolismo con richiesta di energia.
– Distruzione, catabolismo con rilascio di energia.
Metabolismo è quindi ciò che produce o consuma energia che è poi utilizzabile o prelevabile dai nostri tessuti a seconda delle necessità.
È la somma, dunque, delle reazioni biochimiche che avvengono nel nostro copro.
E qui arriviamo all’allenamento metabolico.
Che cosa renderà più metabolico un allenamento rispetto ad un altro?
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Beh, potrei dire tutto..ma anche niente. Facciamo insieme un passo indietro.
Partiamo con l’affermare che tutti gli allenamenti possono definirsi ?????????????? ??????????, nell’ordine in cui questi porteranno ad una serie di adattamenti i quali renderanno il nostro organismo più efficiente nella risposta a quello specifico stimolo indotto da quel particolare allenamento.
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Ma su come questo possa diventare, a seguito di attente valutazioni, più o meno metabolico rispetto ad un comune programma, bisogna per prima cosa conoscere bene come i metabolismi energetici funzionino.
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Perché la prima domanda da farsi non è come rendere più metabolico un allenamento se prima non rispondiamo a “quale metabolismo vogliamo allenare?”. Solo in un secondo momento si potrà iniziare a riflettere sulla struttura dell’allenamento.
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Quindi senza una chiara comprensione dei sistemi energetici e di come questi si adattino nel medio-lungo periodo e di come funzionino prima, durante e dopo l’esercizio, dare una risposta ben definita alla domanda, “Che cosa rende più metabolico un allenamento rispetto ad un altro?” è praticamente impossibile!
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Solo attraverso la conoscenza della fisiologia di base riusciremo a ottenere adattamenti e risultati specifici, perché allenarsi ‘tanto per’, non potrà mai portare a nessun obiettivo, se non a quello di muoversi e basta!
Un allenamento, perché si possa chiamare metabolico, deve avere due componenti fondamentali:
- adeguate intensità,
- adeguati sovraccarichi.
Intensità e sovraccarichi devono essere il metodo ideale sul quale bisogna accentrarsi.
Si può quindi eseguire un allenamento metabolico anche con l’ausilio di sovraccarichi?
Assolutamente si ed’è preferibile all’allenamento a corpo libero per un semplice fatto di conservazione della massa magra a scapito di quella grassa. L’intensità dev’essere elevata in quanto deve permette il fenomeno di EPOC (Excess Postexercise Oxygen Consumption), un meccanismo che vede il nostro organismo entrare in debito di ossigeno, il vero motivo per il quale un allenamento metabolico viene definito, appunto, metabolico.
Quindi da semplice metabolic training passiamo alla definizione di metabolic resistance training. Questo è l’approccio quindi più efficace rispetto al solo allenamento metabolico in quanto vede, oltre appunto l’elevata intensità di lavoro, anche l’utilizzo di sovraccarichi.
A oggi è anche quello più utilizzato (vedi CrossFit, allenamenti funzionali in palestra ecc.).
Questo può essere strutturato in diversi modi semplicemente modificando le variabili di lavoro: i tempi di recupero, i tempi di lavoro, il volume di lavoro, l’intensità, il numero di ripetizioni, il numero di round ecc.
L’HIIT, HIT e l’HT (Hybrid training) sono solo alcune delle forme di metabolic resistance training dove l’unica cosa che varia sono le modalità d’allenamento.
I pro di un lavoro di questo tipo sono sicuramente i benefici che si hanno a livello cardiovascolare con conseguente miglioramento dello stato di fitness generale e quindi una migliore capacità ventilatoria dei polmoni, riduzione del tessuto adiposo, un leggero ma graduale aumento di quello magro ecc.
I contro sono sicuramente la difficoltà di poter quantificare il carico di lavoro interno che permetta di creare una progressione allenante ideale. Parliamoci chiaro, spesso nei box di CrossFit gli istruttori fanno fare dei WOD sempre carini e sempre diversi ma che non hanno nessun filo logico, spremono chi vi partecipa ma senza nessun criterio e senza nessuna voglia di costruire, ma solo degradare.
Questi non sono allenamenti, sono workout.
Sono veramente in pochi quelli che si dedicano anche alla costruzione e alla programmazione, per esempio, della forza e di altri fattori che poi sono ‘game changer’.